la Fonderia

si occupa dei processi produttivi attraverso i quali dal minerale originario nascono non solo oggetti
ma anche leghe e materiali nuovi.

Si appronta il modello, quindi si preparano le anime e le forme.
Dopo
la fusione, la colata nella forma eppoi l’estrazione del getto per la pulizia e finitura.
Rispetto ad altre tecniche di lavorazione, solo la fonderia permette di ottenere pezzi di forma complessa
molto difficilmente ottenibili con altri metodi.

della Estrazione del Getto

martedì 23 febbraio 2010

dopo la Fonderia al Piccolo Eliseo

- USCITA DI EMERGENZA

di Manlio Santanelli
con Lello Arena e Sebastiano Tringali
regia Giancarlo Sammartano
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DEBUTTO Dal 23 Febbraio al 7 Marzo 2010 -
TEATRO ELISEO - ROMA
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locandina


USCITA DI EMERGENZA
di Manlio Santanelli

Pacebbene Lello Arena
Cirillo Sebastiano Tringali

Regia
Giancarlo Sammartano

Impianto scenico
Lello Esposito

Costumi
Daniela Catone

Musiche
Germano Mazzocchetti

Direzione di scena Stefano Blasi
Aiuto di scena Marco Di Nardo
Realizzazione luci Mario Feliciangeli
Assistenti alla regia Marco Di Nardo, Sirio Rotatori

LO SPETTACOLO
Beati i senzatetto perché vedranno il cielo recita sommessamente il sottotitolo di Uscita di emergenza. Non solo un testo teatrale, ma un vero saggio cifrato di antropologia, intatto nella sua profetica visione di un mondo sradicato, fuori ruolo e misura, dove nel degrado dello sfondo sopravvivono a basso rilievo uomini solo in sé; memorie in minore, evocate in azione parlata, che raccontano di vite trascorse, vite sprecate, ora solo esistenze. Nato per la scena, poi tra i libri di testo del nuovo teatro italiano del secondo ‘900, Uscita di emergenza ha visto misurarsi con le sue fisiche parole molti e straordinari attori diversi: dentro e fuori i confini di lingua e cultura italiana. Nelle tante e dichiarate relazioni con la stanza della tortura della migliore drammaturgia europea, questa storia crudele afferma e rivendica il valore di una tradizione teatrale molto antica, tutta nostra: ogni parola, fiato, pausa, pensiero sono provati, prima che scritti. La riflessione di Santanelli prende la forma del sentimento: mentre l’opera si fa, egli la critica, smonta e rimonta il congegno dell’immagine. La molla di carica del racconto cigola ad arte per mostrare l’inarrestabile bisogno di vita per cui una persona è spinta a divenire un personaggio. Ansia, istinto, pazzia, desiderio oscuro di felicità, liberazione, si travestono –tra avanzate e ritirate- nella sfida a chi fa più baccano, più clamore. Una dimensione e una dinamica propriamente teatrali. Una surreale naturalezza, una finta semplicità, un movimento di macabra giostra senza azione apparente. Come dire un cartello di sfida alla presenza dell’attore, alla sua seconda, ma non minore creazione.

Ora Uscita di emergenza provoca una sua nuova messa in scena, la determina e –ci auguriamo- ne sarà determinato. In uno spazio concreto eppure metafisico, pensato a misura dello storico atelier napoletano di Lello Esposito, un artista di culto, che lavora sull’immaginario simbolico, sugli archetipi di Napoli, città-mondo. Una profondità radicale che si coniuga sempre al presente: Pulcinella, la maschera, l’uovo, il teschio, il vulcano, il cavallo, San Gennaro e il corno. Straniate metamorfosi, sussurri e grida di un immenso sud, ispirate dal Teatro, che al teatro tornano come apparizioni dalle lunghe ombre. Ci offrono nuova trama di sensi e di gesti, in uno spazio allargato a pensare e comprendere il disordine –anzi peggio, la confusione- del reale contemporaneo.

Giancarlo Sammartano